Feudo arcivescovile

Come per molti altri paesi, la prima parte della storia di Valtorta vede coincidere in molti aspetti la sfera religiosa con quella civile. Anche in questo campo infatti essa dipendeva nei suoi primi secoli di vita dalla Valsassina.

Come tale, fin dal 1100, unitamente alla Valle Averara e alla Valle Taleggio, costituiva un feudo dell'arcivescovado di Milano cui era stata probabilmente donata da qualche imperatore, qualcuno racconta dallo stesso Carlo Magno.

Ma sono questi secoli di aspre lotte civili che danno vita a un intreccio tra potere religioso e potere politico, per cui all'autorità del vescovo di Milano si accompagna ben presto quella dei Torriani prima e dei Visconti poi, seguendo in questo Valtorta, come s'è detto, le sorti della Valsassina.

Di Valtorta sappiamo che anch'essa era divisa al suo interno e che le rivalità erano molto accese. Come testimonia l'uccisione da parte dei guelfi nel 1398 di tal "Rainaldo di Valtorta" insieme a un mulattiere della Valsassina.

Le lotte tra guelfi e ghibellini si spegneranno nella nostra provincia solo a partire dal 1428 con l'arrivo di Venezia, cui seguì quasi ovunque la definitiva pacificazione. E quel "quasi" riguarda precisamente le tre valli Taleggio, Averara e Valtorta, dove gli animi si riaccesero invece ben presto proprio per la questione dei nuovi confini tra Venezia e Milano, destinata a dar vita a trent' anni e più di nuovi scontri e polemiche.

(cenni storici tratti dal volume ''Valtorta, i luoghi della storia'', di Tarcisio Bottani e Felice Riceputi, edito dal Museo Etnografico A.V.B. del Comune di Valtorta).


Ultimo aggiornamento

29/08/2023, 15:23

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